
Antropologo a domicilio n°76 (17/12/2021)
Di nuovo Natale con la paura della pandemia. Ma non era finita? Perché ci siamo ancora in mezzo? E soprattutto non si poteva fare nulla per evitarlo?
Di nuovo il bombardamento quotidiano dei media sul Covid, sulla paura della virulenza rafforzata del contagio, sui disastri economici e sociali che può provocare.
Eppure c'è silenzio (o solo qualche mormorio) su una certa questione imbarazzante. Che non riguarda l’ennesima discussione sulla opportunità del vaccino. Ma qualcos’altro.
Si è detto che l’Omicron viene dall’Africa. In realtà non si sa con certezza se da là sia venuto; ciò che è certo è che là è stato isolato e scoperto: che è tutt’altra cosa. Grazie alla qualità scientifica delle studiose e studiosi sudafricani che per primi ne hanno parlato al mondo. Qualità scientifica che dalle nostre latitudini non saremmo così inclini a riconoscere loro. Eppure…
Eppure l’Africa ha avuto accesso solo al 4% delle sue necessità di vaccino. Come mai? È piena di no-vax?
No, perché non vi sono risorse sufficienti ad acquistarlo. Il vaccino segue in tutto il mondo la curva delle differenze di ricchezza. In Europa ci sono state 137 somministrazioni di vaccino ogni cento abitanti. In Nordamerica 132. In Africa 20.

E allora, date queste marcate differenze dovute non a diverso atteggiamento nei confronti del vaccino — in Europa e in USA i no-vax sono tanti e organizzati — ma a diverso portafoglio, migliaia di ONG, centinaia di studiosi, decine di paesi, infine l’OMS stessa hanno chiesto di sospendere i brevetti sui vaccini per affrontare adeguatamente la pandemia, permettendo a chi non ha ingenti risorse economiche di disporre di vaccini sufficienti. C’erano state promesse da parte di capi di stato europei, tra cui lo stesso Draghi, quasi impegni, ma poi si sono arenati. Si è preferita la strada dei regali: qualche stock di vaccini a destra, qualche altro a sinistra. Recentemente il G20 dei ministri della salute presieduti dal nostro ministro Roberto Speranza si è impegnato ad aiutare i paesi più fragili attraverso “i meccanismi di collaborazione esistenti e donazioni di dosi per far fronte alle esigenze più immediate”.
Ancora una volta cioè la beneficenza per non toccare il sistema. Quale sistema? BigPharma, e il suo spaventoso arricchimento da Covid. Qualcuno dice: ma se si bloccano i profitti sui vaccini si blocca la ricerca scientifica; è grazie ai profitti che si sono ottenuti i vaccini in tempi record. Ma chi lo dice omette di aggiungere che le aziende farmaceutiche hanno avuto robusti, anzi robustissimi finanziamenti pubblici per queste ricerche: 100 miliardi di dollari, scriveva Francesco Mercadante sul Sole 24 ore il 30 aprile scorso. E 26 miliardi del gruzzolo totale sono finiti nelle tasche degli azionisti dei tre principali vaccini, Pfizer, Johnson&Johnson, AstraZeneca. Niente da eccepire, così funziona il sistema. Per investire nella ricerca occorrono risorse, e perché si mettano a disposizione risorse occorre che vi siano prospettive di guadagno.

Ma questo sistema non può trovare qualche limite neppure nel caso di una pandemia così grave come quella che stiamo vivendo da due anni? Molti pensano di sì, tra questi anche il presidente degli Stati Uniti Biden. Lo aveva chiesto a maggio scorso. E allora perché non si riesce? Perché l’Europa non vuole. Punto. Le istituzioni europee si sono messe di traverso. Punto.
Mi fermo qui. Per chi voglia approfondire, sotto riporto alcune fonti, altre se ne possono cercare in Rete (possibilmente fonti autorevoli, non le sciocchezze da bar), quelle che per esempio riportano le denunce delle ONG e degli studiosi in merito alla sospensione della 12° Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio, che sarebbe dovuta iniziare a Ginevra martedì 30 novembre e si sarebbe dovuta esprimere proprio in merito ai Trips (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), cioè sulla sospensione temporanea dei brevetti in favore dei Paesi che potrebbero produrre vaccini anti-Covid, ma che non hanno risorse sufficienti ad acquistarli da BigPharma. La “scusa” ufficiale della sospensione è stata il Covid stesso, cioè il rischio di contagi dei partecipanti. Ma da quando in qua non si possono fare incontri online?
La morale della favola dice che ora le istituzioni europee, oltre che chiudere gli occhi ai bisogni del resto del mondo, stanno danneggiando i propri cittadini, in quanto il virus rinforzato torna in Europa, che pensa di blindare i suoi confini anche nei confronti del virus. E qui non c'entra la fatalità, ma l'avidità dei comitati di affari e la subalternità della politica europea.
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