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La Lettera (11-40)
Una festa all'università?
22.5.2017 - n.19
“Voglio dirle in tutta sincerità che per me è stato molto strano che un professore ci abbia invitato a fare una festa all’università”. È un piccolo stralcio di una lettera che una studentessa dell’università di Roma 3 mi ha inviato dopo che avevo proposto, organizzato e assegnato come compito di studio una lezione-festa agli studenti.
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Dorsen, che sogna il Paradiso terrestre
8.5.2017 - n.18
Se svegliandosi all’alba del suo tredicesimo compleanno, Dorsen decidesse di dare addio alla sua casa e alla sua famiglia e fuggire al nord, verso il lontanissimo imbarco del Mediterraneo, noi potremmo dirgli di non farlo? Potremmo ordinargli di non muoversi di casa e continuare a vivere nel suo attuale inferno?
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Rabbia
24.4.2017 - n.17
Sulle strisce pedonali in città un passante e un automobilista si prendono a male parole. Poi avviene nella folla di una metro, in un ufficio postale, in un pullman di linea, in un treno, in un luogo di lavoro e in tanti altri luoghi. Spettacoli “normali”, che non fanno più impressione a nessuno. Siamo abituati ad assistere a scontri verbali.
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Rabbia
10.4.2017 - n.16
Lise non ha potuto frequentare tutte le ore delle prime due settimane di lezioni di antropologia culturale all’università di Roma 3, perché “col mio figlio di 8 mesi stiamo facendo l’inserimento progressivo al nido. Fra 1–2 settimane avremo fatto”.
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Totò e Ralph Linton
27.3.2017 - n.15
Questa volta lascio le immagini a Totò. E la parola a Ralph Linton, un celebre antropologo americano del Novecento. Pubblicò questo testo nel 1936, dunque più di ottant’anni fa. Ma è un testo attualissimo. Ironico allora, ironico ora. Muri, barriere, identità aggressive, ostracismi etnici, nuovi protezionismi rampanti, una grande risata vi seppellirà.
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Reza, studente persiano
13.3.2017 - n.14
Uno studente iraniano discute la sua tesi di antropologia culturale in una seduta di laurea all’università di Roma tre. Parla fluentemente in italiano e in questa lingua ha scritto il suo lavoro. Conosce più o meno bene anche altre lingue, inglese, spagnolo, un po’ di francese. Oltre alla sua lingua madre ovviamente. In un passaggio della sua presentazione dice “nostra” a proposito della civiltà occidentale e a me viene da sorridere. Non di ironia, ma di compiacimento quasi gioioso
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Due immagini
27.2.2017 - n.13
Questa volta voglio parlare di un’immagine, anzi due. Lo stupore negativo sul volto di un bambino. È un’immagine della guerra in Siria. Il bambino è stato estratto da una casa bombardata e messo in un’ambulanza. Guarda davanti a sé il vuoto.
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Prof che "accompagnano" e prof che "incrociano"
13.2.2017 - n.12
Insomma, una mattina leggo in un’intervista a papa Francesco: “Perdiamo tanto il senso delle cose concrete. L’altro giorno mi diceva un pensatore che questo mondo è così disordinato che gli manca un punto fisso. Ed è proprio la concretezza che ti dà dei punti fissi. Che cosa hai fatto, che cosa hai deciso, come ti muovi?” L’intervista è di qualche settimana fa...
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Anna Frank è un'etichetta
30.1.2017 - n.11
Non avevo mai letto integralmente Il diario di Anna Frank. Brani e pezzi, citazioni e contesti, ma mai le pagine del diario giorno dopo giorno dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944. L’ho fatto in questi giorni, in concordanza con la “giornata della memoria”. Ed è stato un bene. Perché andava letto oggi. Questo diario è contemporaneo e attuale. Questo diario è scritto oggi...
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