Antropologo a domicilio n°15 (27.3.2017)

Questa volta lascio le immagini a Totò. E la parola a Ralph Linton, un celebre antropologo americano del Novecento. Pubblicò questo testo nel 1936, dunque più di ottant’anni fa. Ma è un testo attualissimo. Ironico allora, ironico ora. Muri, barriere, identità aggressive, ostracismi etnici, nuovi protezionismi rampanti, una grande risata vi seppellirà.
“Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente ma che venne poi modificato nel Nord Europa prima di essere importato in America. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria dell’India; o di lino, pianta originaria del vicino Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente addomesticato nel vicino Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i mocassini, inventati dagli Indiani delle contrade boscose dell’Est, e va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee ed americane, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico che sembra derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani.
Tornato in camera da letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato elaborato nell’Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe dell’Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell’antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette intorno al collo una striscia di stoffa dai colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli scialli che tenevano sulle spalle i croati del diciassettesimo secolo. Prima di andare a fare colazione, guarda fuori della finestra fatta con il vetro inventato in Egitto e, se piove, si mette le soprascarpe fatte di gomma scoperta dagli indiani dell’America centrale e prende un ombrello, inventato nell’Asia sudorientale. In testa si mette un cappello, fatto di feltro, materiale inventato nelle steppe dell’Asia.
Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con monete che sono un’antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è d’acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del Sud, la sua forchetta ha origini medievali italiane, il suo cucchiaio è un derivato dell’originale romano. Comincia la sua colazione con l’arancia, del Mediterraneo orientale, un cantalupo persiano o forse un pezzo di melone d’acqua africano. Prende il caffè, pianta abissina, con panna e zucchero. Sia l’idea di allevare le mucche che quella di mungerle ha avuto origine nel vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta. Dopo la frutta e il caffè, mangerà le cialde, dolci fatti — secondo una tecnica scandinava — con il frumento, originario dell’Asia minore. Sopra ci mette lo sciroppo di acero, inventato dagli indiani delle contrade boscose dell’Est. Può anche darsi che mangi delle uova di un uccello addomesticato in Indocina, o delle sottili strisce di un animale addomesticato nell’Asia orientale, che è stato poi salato ed affumicato secondo un procedimento sviluppato nell’Europa del Nord.
Quando il nostro amico ha finito di mangiare si appoggia alla spalliera della sedia e fuma, secondo un’abitudine degli indiani d’America, consumando la pianta addomesticata in Brasile, o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia, o la sigaretta, derivata dal Messico. Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che s’agitano all’estero, se è un buon cittadino conservatore, con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica, di averlo fatto al cento per cento americano.”
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